Caratteristiche delle fibre.

 

LINO - COTONE - SETA - LANA - LANE SPECIALI
FIBRE ARTIFICIALI - FIBRE SINTETICHE
TESSUTI ELASTICIZZATI

IL LINO  
La fibra è ricavata dal fusto di una pianta (Linum Usitatissimum) alta da 80 a 120 cm, poco ramificata e con piccoli fiori, di un colore variabile dal bianco all’azzurro intenso.  

La pianta del lino viene estirpata dal terreno in modo da avere la massima lunghezza della fibra. I fusti vengono messi a macerare in modo che le fibre possano liberarsi dalle sostanze gommose che le avvolgono riunendole in fasci. Dopo la macerazione avviene la separazione delle fibre tessili dai residui legnosi e quindi la pettinatura che elimina le fibre più corte e le impurità. A questo punto la fibra è pronta per la filatura, che può essere a secco o a umido, cioè con un passaggio delle fibre in acqua. La filatura ad umido produce un filo più fine, regolare e resistente, adatto soprattutto per la produzione di tessuti per l’abbigliamento.
 
Le fibre di lino si mescolano a cotone, lana, seta, viscosa, poliestere e questo permette di ottenere molti tipi di tessuto. La combinazione di due fibre consente di ottenere una "mano" diversa, cioè una consistenza ed un aspetto differenti da quelli ottenuti con filati semplici.
 
I manufatti di lino provenienti dalle zone di produzione di Francia, Belgio e Olanda sono i migliori e vantano il marchio di qualità MASTERS OF LINEN. Il lino è coltivato anche in Europa Orientale, Russia, Brasile, Cina e Paesi Baltici, ma la sua qualità non è paragonabile a quella dell’Europa Occidentale.

Proprietà del lino

Composto per il 70% di cellulosa, non provoca allergie, assorbe l’umidità e lascia respirare la pelle: pertanto è molto indicato nella confezione di capi estivi. Molto resistente, soprattutto se bagnato può essere lavato moltissime volte senza alterarsi, anzi diventa sempre più morbido, cosa importantissima per i capi di abbigliamento e di uso quotidiano che richiedono lavaggi frequenti come le camicie. Avendo bassissima elasticità, i tessuti in lino non si deformano.

Come trattare i capi in lino

I capi bianchi si lavano in lavatrice a 60° C, mentre quelli colorati a temperature inferiori. I capi bianchi si stirano umidi con ferro ben caldo, anche a vapore, prima sul rovescio, poi sul diritto. I capi colorati, soprattutto se scuri, andranno stirati solo sul rovescio. Non serve inamidare il tessuto perché con la stiratura il lino tornerà sostenuto. Se appenderete i capi ripiegati in valigia sopra la vasca da bagno colma di acqua calda, torneranno a posto: il vapore aiuterà ad ammorbidire le pieghe.

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IL COTONE

E’ una fibra vegetale ottenuta dalle capsule mature della pianta del cotone, arbusto alto circa cm. 40, con foglie e fiori di colore rosso o giallo. Quando il fiore viene fecondato perde i petali ed in 25 giorni cresce una capsula circondata da una foglia chiamata brattea. Sulla stessa piantina la maturazione delle capsule non avviene contemporaneamente, pertanto sono necessari più passaggi per la raccolta del cotone. La raccolta si esegue una settimana dopo la maturazione. La prima operazione dopo la raccolta è la sgranatura, che permette di staccare le fibre dai semi. Poi il cotone viene cardato e pettinato in modo da eliminare tutte le impurità.  
I requisiti in base ai quali si giudica la qualità di un cotone sono il grado, il colore, la lunghezza della fibra ed il carattere.
 
Il grado è dato dall’apparenza esterna del cotone e si determina in base alla maggiore o minore lucentezza della fibra, al suo colore più o meno bianco, alla maggiore o minore presenza di particelle della foglia o d’altre sostanze estranee.
 
Il colore è un altro importante elemento di valutazione dei cotoni. Infatti, dalla maggiore o minore bianchezza del cotone dipende la facilità della lavorazione successiva e la possibilità di ottenere dei buoni filati. Il colore della fibra di cotone varia moltissimo: quello dei cotoni coltivati è generalmente bianco, più o meno candido o tendente al grigio; ma vi sono anche varietà a fibra rossastra, fulva, color camoscio, ecc.
 
La lunghezza è l’attributo più importante delle fibre. A questo riguardo, i cotoni si distinguono in due grandi categorie: cotoni a lunga fibra (long-stapled), che misurano più di 28 mm e tra i quali detengono il primato il Sea Island degli Stati Uniti e gli egiziani Makò e Sakellaridis che arrivano a toccare ed a volte a superare i 50 mm, e cotoni a corta fibra (short-stapled), che non raggiungono la lunghezza di 18 mm e che provengono dalle regioni asiatiche; viene considerata anche una terza categoria intermedia nella quale confluiscono i cotoni la cui lunghezza della fibra è compresa tra i 18 e i 28 mm, quali gli Upland degli Stati Uniti e che costituiscono la gran massa della produzione mondiale, il 60% e più.
 
Il carattere è l’attributo di più difficile determinazione. E’ in parte connesso con la provenienza, con la varietà e con la maturità, ma in definitiva un cotone di buon carattere è quello le cui fibre siano al massimo grado forti e robuste, in modo da resistere alla trazione ed alla rottura, omogenee ed uniformi, così da produrre poca perdita alla lavorazione, ed abbiano costituzione fisico-chimica completa, in modo da dare alla massa del cotone spiccata solidità e compattezza, levigatezza e setosità.
 
Le più vaste coltivazioni di cotone si hanno in America, India, Cina, Egitto, Pakistan, Sudan ed Europa Orientale. In Italia si hanno coltivazioni di cotone in Sicilia.

Proprietà del cotone

Composto per il 95% di cellulosa, il cotone è il tessuto con il quale si confeziona più del 90% delle camicie da uomo. Esso, infatti, ha delle proprietà che lo rendono particolarmente indicato ad essere indossato a contatto con la pelle. Soffice e leggero, il cotone permette alla pelle di respirare ed ha buone capacità di assorbimento; a differenza della lana non s’infeltrisce lavandolo, ma, al contrario, tende a divenire sempre più morbido. E’ una fibra molto resistente che non si usura, ma si strappa; si tinge con facilità ed il colore ha una buona tenuta ai lavaggi che tollera anche alle alte temperature.

Come trattare i capi in cotone

I capi di colore bianco si lavano in lavatrice a 60° C, mentre i tessuti colorati, soprattutto se scuri, si lavano a temperature più basse. Solitamente si stirano sul diritto. I capi scuri vanno stirati dapprima sul rovescio e poi sul diritto, con un panno, per evitare che il calore del ferro lucidi il tessuto. I capi di colore bianco si possono inamidare per dare maggior consistenza al tessuto ed evitare che si sgualciscano facilmente.

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LA SETA

Fibra animale prodotta dal baco da seta (Bombyx Mori). Il baco appena nato è un verme che mangia unicamente le foglie del gelso. In 3/4 settimane diventa adulto ed inizia a cercare un posto dove preparare il bozzolo. Da un’apertura situata sotto la bocca il baco secerne una bava sottilissima che, a contatto con l’aria, si solidifica e che, guidata da movimenti ad otto della testa, si dispone in strati formando il bozzolo.  
Il baco impiega tre o quattro giorni per preparare il bozzolo, formato di circa 20 o 30 strati concentrici costituiti da un unico filo. All’interno del bozzolo il baco si trasforma in crisalide e poi in farfalla.  

Nella coltivazione dei bachi, per non sciupare la continuità del filo, i bozzoli vengono messi in acqua bollente per uccidere la crisalide. Una spatola toglie gli strati esterni del bozzolo, poi, trovati i capi dei singoli bozzoli, si arrotola il filo di seta sugli aspi. Ci sono tre diversi tipi di filo di seta: la seta tratta d’allevamento, che è la più regolare e di massimo impiego; la seta tussah ottenuta da bozzoli di bachi che vivono allo stato naturale, con filo grosso e irregolare; la seta doppia (shantung) ottenuta dal fenomeno naturale di due bachi che filano insieme lo stesso bozzolo, il cui filo presenta delle "fiammature" caratteristiche.
 
Il Popeline, il Madras, il Raso, lo Jacquard, il Crepe e la Saglia sono i tessuti e le armature più 
utilizzati nella camiceria.

Proprietà della seta

La seta riflette la luce con uno splendore inimitabile e assorbe facilmente le tinture con grande ricchezza di sfumature. L’elasticità del filo di seta dà al tessuto una particolare resistenza ed il semplice contatto dell’aria gli consente di mantenere la sua freschezza anche senza stiratura.  
Non resiste alla luce solare e si macchia con il sudore. E’ anallergica e trattiene il calore del corpo. La vera seta si riconosce al tatto e dal peso, ma in caso di incertezza basterà bruciare un filo per accertarsene. Se è di seta brucerà lentamente emanando un odore di corno tipico delle fibre animali.

Come trattare i capi in seta

E’ preferibile lavare a secco i capi in seta. In caso di lavaggio in acqua, prima di immergere interamente i capi, è opportuno verificare la solidità dei colori bagnando solo un angolo. I capi si lavano con acqua tiepida e sapone neutro; non si strofinano e non si torcono. Si sciacquano in acqua tiepida e si stendono ad asciugare in luogo ventilato e lontano da fonti di calore. Infine si stirano con ferro tiepido. Il crepe-de-Chine è un tessuto in seta che si restringe con il lavaggio, ma riprende la forma originaria con la stiratura.

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LA LANA

E’ il pelo che ricopre la pelle della pecora, la isola dal freddo e dal caldo, mantenendo costante la temperatura del corpo.  
Esistono diverse varietà di razze ovine che danno lane con fibre differenti per sottigliezza, lunghezza, lucentezza e resistenza. La razza ovina che fornisce il miglior tipo di lana è certamente la Merino. I più grandi allevamenti di questa razza, originaria della Spagna, si trovano in Australia. La lana merino ha una fibra non molto lunga con un diametro molto fine, che ne determinano la superiorità rispetto alle altre lane. E’ molto morbida e soffice, fittamente ondulata e viene usata per la produzione di tessuti finissimi. Altre razze ovine che danno lane meno pregiate sono le razze incrociate o indigene. Le razze incrociate, cioè derivate da incroci tra la pecora merino e razze locali, forniscono lane con fibre di media lunghezza, meno fini e poco ondulate, destinate alla produzione di tessuti ruvidi come il tweed. Le razze indigene, cioè locali, producono una lana ordinaria, con fibra piuttosto lunga e setolosa destinata alla fattura di tappeti
artigianali e materassi.  
Dopo la tosatura dell’animale, avviene la separazione dei bioccoli di lana più fini e regolari del dorso, fianco e collo, da quelli meno pregiati del ventre e delle gambe. I bioccoli vengono battuti e aperti per togliere le impurità superficiali e poi lavati. Dopo l’asciugatura, il fiocco di lana viene controllato, cardato, filato e tessuto. Il tipo di tessuto dipende dal filato usato, cardato o pettinato. Il filato cardato ha fibre lunghe e corte disposte irregolarmente in tutte le direzioni, per cui è più soffice e rigonfio. Il filato pettinato ha fibre di lunghezza uniforme, disposte parallelamente in modo omogeneo, successivamente stirate e ritorte, in modo da formare un filo regolare, liscio e resistente. Il tessuto cardato sarà soffice, rigonfio, ma anche un po’ ruvido, mentre quello pettinato sarà morbido, liscio e compatto. Le lane merino sono destinate alla filatura pettinata, mentre le lane incrociate sono più usate nella filatura cardata.  
Il tessuto ottenuto dalla tessitura necessita di una serie di operazioni di finitura, dette finissaggio, che servono a migliorarne il rendimento e l’aspetto. I trattamenti antistatici, anti- infeltrenti, idrorepellenti, o antipiega aumentano le qualità originarie del tessuto rendendolo sempre più rispondente alle esigenze attuali.

Proprietà della lana

La fibra di lana è composta dalla cheratina, una sostanza simile a quella dei capelli. La lana ha un’altissima proprietà isolante, grazie al cuscinetto d’aria formato dalle ondulazioni della fibra. Più la lana è fine e ondulata, maggiore è il suo potere di isolamento termico.  
La lana è la fibra più igroscopica, perché assorbe una quantità di umidità pari al 30% del proprio peso, senza sembrare bagnata. Assorbe il vapore acqueo evitando al corpo il contatto con l’indumento bagnato e resiste allo sporco per la sua superficie idrorepellente. La fibra di lana è elastica, ingualcibile, perciò molto resistente all’usura.

Come trattare i capi in lana

Gli abiti in lana vanno lavati sempre a secco almeno una volta per stagione, prima di riporli nell’armadio, o più volte se chiari o indossati frequentemente. Alcuni capi, soprattutto di maglieria, si possono lavare anche in acqua, usando saponi neutri e seguendo le indicazioni riportate sull’etichetta. 
Non vanno né candeggiati né strizzati.
 
La stiratura va fatta a fondo, cioè asciugando completamente la stoffa inumidita dal vapore del ferro o dal panno bagnato, perché la lana, essendo molto igroscopica, assorbe l’umidità e le fibre si rigonfiano riprendendo elasticità.

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LE LANE SPECIALI

Sono i peli di animali appartenenti alla famiglia dei camelidi e dei caprini. Questi animali solitamente non vengono tosati, ma il pelo viene raccolto con la pettinatura: questo è il motivo dell’alto costo di queste fibre. Le parti usate sono soprattutto quelle del sottopelo perché molto più fini, morbide e soffici. Vengono mescolate con la lana ovina o usate da sole per ottenere tessuti speciali molto pregiati.  
L’alpaca ed il lama sono due camelidi che vivono sulle Ande del Perù, della Bolivia e dell’Argentina ad altezze intorno ai 4000 metri. Il pelo è ordinario, folto, segoso, di colore vario: rossiccio, nero, grigio, marrone chiaro e scuro, mentre il sottopelo è molto più fine e morbido.
 
Il cammello è un animale originario dell’America del Nord, fuggito in Asia durante l’era glaciale attraverso lo stretto di Bering. Le regioni dove si trovano esemplari che forniscono una lana ottima sono la Siberia, la Mongolia e la Cina; i cammelli africani danno una lana meno fine, adatta alla produzione di tappeti. Il pelo del cammello, raccolto quando cade e con la pettinatura, è molto pregiato per la sua leggerezza, 
morbidezza e potere termico.
 
Tra le lane speciali quella più pregiata è prodotta dalla vigogna (o vicuna), il più piccolo dei camelidi sudamericani, che vive sulla Cordigliera delle Ande ad altezze tra i 4000 ed i 6000 metri. In questo clima freddissimo l’animale sviluppa un vello lungo e setoloso ed un fittissimo sottopelo composto di fibre fini, corte e morbidissime. Le fibre del sottopelo sono le più sottili di ogni materia tessile.
Seconda per finezza solo alla vigogna è il cashmere: la fibra è prodotta da una capra che vive sugli altipiani del Tibet, della Mongolia ed in Iran. Il vello di questa capra è costituito di peli lunghi e ruvidi, ma d’inverno si completa con un manto di lanugine corta e soffice, che protegge l’animale dal freddo. Questo sottopelo, raccolto in primavera con un pettine, fornisce la materia prima per l’industria tessile.
 
Il mohair è la fibra della capra d’angora, un ovinide che vive nelle regioni turche intorno ad Ankara, da cui prende il nome. Questo animale è allevato anche negli Stati Uniti ed in Sudafrica, da dove provengono varietà pregiatissime. Il mohair, meno arricciato rispetto alla lana merino, è lucido e di un bianco trasparente e, come la lana merino, possiede coibenza termica, elasticità e resistenza. Il tessuto si distingue per la mano secca e nervosa. Il kid mohair, ricavato dal vello del capretto, è la fibra usata per i tessuti più fini. Ha un elevato grado di lucentezza e morbidezza ed un meraviglioso aspetto serico che lo distinguono dal normale mohair.
 
Infine tra gli animali che forniscono peli speciali abbiamo il coniglio d’angora, la cui origine non è nota. Il paese maggior produttore di pelo d’angora è la Cina. L’animale viene tosato o pettinato ogni tre mesi circa. Le fibre del suo vello sono bianche e seriche, destinate alla fabbricazione di prodotti particolarmente soffici e caldi, soprattutto nel settore della maglieria.

Proprietà delle Lane Speciali

Le lane speciali hanno le stesse proprietà della lana ovina, ma si differenziano da questa per la maggior finezza, morbidezza e capacità di isolamento termico. Tutte queste lane sono estremamente leggere e caldissime, ma vanno trattate con molta più cura perché, essendo più fini, sono meno resistenti. Visto l’elevato costo di queste lane, spesso sono unite ad altre fibre naturali, quali il cotone o la seta, ottenendo tessuti più robusti, ma altrettanto caldi, morbidi ed eleganti.

Come trattare i capi in Lane Speciali

I capi in lane speciali vanno lavati sempre a secco. Alcuni indumenti, soprattutto di maglieria, si possono lavare a mano, usando saponi neutri e seguendo le indicazioni riportate dal fabbricante sull’etichetta. Non vanno né candeggiati, né strizzati. La stiratura di questi capi va fatta con il ferro a temperatura media.

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LE FIBRE ARTIFICIALI

Le fibre artificiali sono ottenute partendo da prodotti naturali, quali la cellulosa e le proteine. Queste sostanze, attraverso procedimenti chimici, vengono rese solubili e le soluzioni ottenute, filtrate attraverso forellini piccolissimi, vengono raccolte in un bagno di coagulo che fa rapprendere la sostanza di partenza sotto forma di fili più o meno lunghi.  
L’inizio dell’industria delle fibre artificiali risale circa al 1884, quando in Francia fu fondata una società per la preparazione di fibre attraverso il procedimento di filatura e coagulazione, sotto forma di fili, di soluzioni dense di nitrocellulosa. Questi fili furono chiamati seta artificiale perché, nonostante la diversa natura, avevano la stessa lucentezza della seta. Successivamente si è cercato di produrre fibre artificiali partendo da proteine animali (latte) o vegetali (soia). Tra le fibre artificiali le più famose, usate nei capi d’abbigliamento, sono il rayon viscosa, il rayon acetato ed il bemberg.

Proprietà dei tessuti artificiali

Non sono molto resistenti, si tingono facilmente, ma tendono a scolorire e, se non sono stati sottoposti a trattamenti specifici, si possono restringere o allentare. Trattengono il calore del corpo e non sono molto assorbenti: questo li rende poco indicati per la confezione di abiti estivi.  
L’aspetto di questi tessuti è serico e si modellano bene, pertanto sono ideali nella confezione di abiti con drappeggi. Si possono usare per biancheria intima, abiti, bluse e fodere.

Come trattare i capi in fibre artificiali

Solitamente si lavano a secco. Alcuni indumenti si possono lavare in acqua, a mano, con detersivo neutro o in lavatrice con l’apposito ciclo, seguendo attentamente le indicazioni del fabbricante riportate sull’etichetta.  
I capi in fibre artificiali si stirano con ferro tiepido; l’alta temperatura li deforma ed in alcuni casi li scioglie.

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LE FIBRE SINTETICHE

Queste fibre sono ottenute da composti chimici di sintesi derivati dal petrolio e ridotti in filamenti più o meno lunghi. Si distinguono in base alle materie prime di partenza, organiche o inorganiche, ed ai processi di fabbricazione.  
Le fibre sintetiche sono entrate in commercio dopo il 1940 e si sono subito affermate per la loro possibilità di dare prodotti con una vasta gamma di proprietà, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Tra le più usate ricordiamo il poliestere, il nylon, l’acrilico e le fibre poliammidiche.
 
In generale, per la confezione di abiti, queste fibre vengono mescolate con quelle naturali ottenendo tessuti morbidi, ingualcibili e molto resistenti.

Proprietà dei tessuti sintetici

Sono flessibili, leggeri e molto resistenti. Non assorbono l’umidità e trattengono il calore del corpo, pertanto non sono adatti alla confezione di capi estivi se non in mescola con altre fibre naturali. Non si restringono, non si stropicciano e mantengono la pieghettatura a macchina, evitando la stiratura. Si tingono bene. Per la loro elasticità si usano nella confezione di capi di biancheria intima, costumi da bagno e abbigliamento sportivo.

Come trattare i capi in tessuto sintetico

Si lavano a mano in acqua tiepida o a macchina seguendo il ciclo di lavaggio indicato. Non si candeggiano e non si strizzano con la centrifuga altrimenti si stropicciano. Si mettono ad asciugare appesi e a volte non è necessario stirarli. Se si usa il ferro da stiro per ridare forma ai capi è opportuno usarlo a bassa temperatura.

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I TESSUTI ELASTICIZZATI

Sono composti da due o più fibre e possono essere realizzati a telaio (o navetta) o a maglia. I tessuti elasticizzati a telaio generalmente sono monoelastici, cioè elastici solo in un senso: quello della trama. Sono chiamati anche stretch, possono essere ad armatura tela, saia o raso. Sono fabbricati in seta, lana, cotone, viscosa o nylon, e a volte in mischia tra loro. Per renderli elastici si introducono dei fili di Lycra (fibra sintetica composta di elastan e poliammide, o solo di elastan) nel senso della trama, da cimosa a cimosa. Sono molto adatti per la confezione di abiti aderenti, da giorno e da sera, lisci o ricchi di drappeggi.  
I tessuti elasticizzati a maglia sono bielastici, cioè nei due sensi: trama e ordito. Sono i tessuti jersey, in cotone, lino o viscosa, sempre uniti a fili di Lycra o elastan. I tessuti jersey, con fili di elastan sia in ordito sia in trama, hanno un’elasticità superiore a quelli stretch e sono particolarmente adatti alla confezione di body da ginnastica, costumi da bagno, capi di biancheria intima, abiti e fuseaux.

Proprietà dei tessuti elasticizzati

Sono molto elastici e si modellano sulla persona in modo straordinario. Gli elasticizzati a maglia, a differenza di quelli a telaio, tendono ad allentarsi se sono sottoposti a forte tensione.

Come trattare i capi elasticizzati

Si lavano a mano, con sapone neutro o in lavatrice ad una temperatura non superiore ai 40° C. Le temperature superiori rovinano l’elastan riducendone l’elasticità. Non vanno candeggiati e si stirano usando il ferro tiepido per non rovinare le fibre di elastan. In ogni caso per la manutenzione è meglio seguire le indicazioni del fabbricante riportate sull’etichetta, perché solitamente gli indumenti elasticizzati sono composti di due o più fibre e, a volte, possono essere lavati anche a secco.

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